Il fallimento del sistema regionale nel campo sanitario, il fiore all'occhiello del sistema decentrato del Servizio Sanitario Nazionale, che la pandemia Covid ha mostrato in tutti i suoi aspetti impone una revisione del sistema locale di governo del territorio. Una vera e propria follia quella di trasformare le regioni in Stati, i Presidenti di regione come Governatori, come se fossimo negli Stati Uniti in cui il sistema federale permette di avere Stati e Organizzazione centrale. Andando oltre all'atavico sistemico di presenza di corruzione e del livello di preparazione del politico regionale e locale, è proprio il sistema che è crollato. La deligittimazione dell'avversario politico ha dato l'ulteriore colpo di grazia, con le classifiche fra Regioni, il brano e il non bravo a questo o a quello dei vari "Governatori" che si sentivano capi di Stato a tutto tondo. Lo Stato inteso come bancomat a cui attingere per alimentare le follie locali, con il solito strascico di piagnistei di incapacità e impreparazione, che ovviamente è colpa degli "altri". Piano di distribuzione e vaccinazione nemmeno abbozzato, eppure vi era stato tutto il tempo pe rpreparalo, con Regioni in grave ritardo, e quindi, ovviamente, colpa di Roma.
"Scrive Lucio Caracciol nel suo editoriale di Limes (marzo 2021):
"La prestazione offerta dalle Regioni nell'emergenza infettiva, tanto più inaccettabile e offensiva nel caso delle più ricche, ne comprova la pericolosità per la coesione nazionale. E' per il principio di uguaglianza che distingue la costituzione mentre fonda il comune sentire della nazione. Questa emergenza strutturale non può essere trascurata con il pretesto di urgenze sanitarie ed economiche. Il commissariamento delle Regioni in campo sanitario parrebbe il minimo sindacale.La loro abolizione per ricostruire i poteri locali su base di dipartimenti macroprovinciali corrisponedenti a territori più compatti e radicati parrebbe incardinarsi nell'ordine del giorno della prossima legislatura"
La Carta qui riprodotta riproduce un progetto di tal fatta già curato dalla Società Geografica Italiana.
Una riforma che si impone. Per riequilibrare uno Stato che in questo momento non c'è. Sono dieciannove piccoli stati, l'uno distante dall'altro che sperperano risorse essenziali che ai cittadini offrono pochi servizi oltre al fatto che molti di loro, sopratutto nel Sud, sono penetrati dall'Antistato, che ormai dovrebbe essere combattuto più con le periodiche retate delle forze dell'ordine con processi dalla lunghezza biblica assolutamente non incidenti.
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