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sabato 29 gennaio 2022

L'Elezione del Presidente della Repubblica. .

  

 SE vi era necessità di sapere che la classe politica italiana non è all'altezza della situazione, questo affermazione è stata ampiamente confermata dalla elezione del Presidente della Repubblica. In sei giorni si sono viste tutte quelle cose che in un normale ambiente di lavoro a tutti i livelli avrebbero portato al licenziamento o alla emarginazione dei protagonisti.

Nessuno è stato in grado di indicare una personalità  degna di ricoprire la carica. SE la politica è l'arte superiore di conciliare gli opposti estremismi qui siamo alla prova che la classe politica italiana non è in grado di assolvere al proprio compito.

Il politico oggi, per disegnare un profilo di questo personaggio, è un fallito nella professione che intendeva svolgere, non ha voglia di sacrificarsi, di studiare, di prepararsi, non lavora, è superficiale e dedica tutto il suo tempo a coltivare relazioni coi suoi "clientes" esercitando verso questa direzione il potere che la carica elettiva gli ha dato. Non pensa minimamente al superiore interesse della collettività.

L'aver portato al centro della scena politica un personaggio come Berlusconi, che anche per le sue purtroppo condizioni di salute, ad 85 anni, come candidato unico del centrodestra è la misura di queste fallimento. La candidatura ha allarmato tutta Europa e il resto del mondo, in quanto chiave di instabilità e caos. Il prestigio guadagnato dall'Italia nell'ultimo anno del governo Draghi stava con questa candidatura andare in fumo. Ed anche questo è significativo.  

La politica deve guardare dentro se stessa: Inutile che il PD insista nel dire che la politica è sana: inizi a selezionare, come un tempo, i suoi esponenti, che ammantati da tante belle parole non hanno saputo indicare anche loro un candidato alla Presidenza. L'arroganza intellettuale che mette in campo, a cui corrisponde nella pratica l' azione clientelare volta ai propri tornaconti, fa il paio al populismo ed al neofascismo della destra, che si rifa a miti centenari che la storia ha ampiamente condannato in quanto fallimentari.

Ancora preoccupazione per un Paese che non riesce ad esprimere una classe politica che sia in grado di governare; al momento è sostituita dai "tecnici" visti con obrobrio e disprezzo  ma in grado di dare qualche certezza e speranza.  E' sempre valido il principio che "chi sa" prevale su "chi non sa". Il politico se vuole ritornare ad essere credibile ed avere potere deve cercare di appartenere alla prima categoria. Il tempo di essere della seconda categoria è finito,