L'apertura dell'anno scolastico è stato abbastanza travagliato quest'anno in Italia. Oltre al solito calendario in cui ogni regione apriva le scuole a seconda delle sue esigenze, il problema essere in linea con le norme anti covid. 8 milioni tra studenti e personale docente e non docente sono una massa non indifferente, ed il Covid potrebbe avere terreno facile per riprendere. I contagi per fortuna la momento sono sull'ordine delle decine, tanto da fa dire ad una parte dello schieramento politico italiano che questo Covid è un modo molto originale del Governo per mascherare l'inefficienza che anche in questo campo mostra, come in tanti altri campi. Le polemiche ovviamente stanno infuriando ed ogni pretesto e buono per aumentare la conflittualità. In più la nostra televisione si è specializzata, sia quella commerciale che quella di Stato, ad andare ad intervistare il primo pinco pincoallo della scuola di perfiperiferia di una città qualsiasi per fargli enunciare come voce nazionale lo stato delle cose ( mancano i banchi, non è stato fatto niente, imperizia, siamo sull'orlo del disastro poveri noi, e via dicendo). Chissa se verrà il giorno che potremo abere un giornalismo televisìvo maturo e non improvvisato "a ad horas. Ma il dato che emerge in tutta la vicenda è che il ruolo della scuola non è quello come credevamo di istruire, insegnare, educare le future generazioni. Questo ruolo interessa solo qualche residuo elemento insignificante. Il vero ruolo della scuola è quello di tenere occupati dalle 8 della mattina almeno dino alle 14, possibilmente fino alle 16,30 questi benedetti figli a cui non si i sa, se la scuola non li accoglie, a chi affidarli. I genitori ovviamente hanno altre priorità. Quindi, le veementi polemiche a cui stiamo assistendo si incentrano su questo: aprire ad ogni costo, basta che aprite, altrimenti è un disastro. Con un tasso di promozione del 99,99% la scuola assolve a questo compito primario di deposito e custodia, che purtroppo questo maledetto CVId ha messo in luce facendo cadere tutte le foglie di fico che abbiamo avuto fino ad ora. Un giorno dovremmo rimpiangere un ministro degli Esteri come l'attuale, la cui preparazione è ovviamente sotto gli occhi di tutti. Almeno lui la scuola del parcheggio l'ha frequentata.
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