I vari appuntamenti elettorali riviati a causa della pandemia, sembra che si possono attuale. GLi italiani sono chiamati a eleggere i Consiglio comunali e provinciali di vari comuni tra cui quello di Roma. La situazione nella capitale italiana è quanto mai interessante. Il Comune di Roma ha 85.000 dipendenti, quasi quanto l'intera forza alle armi dell'Esercito Italiani che ne ha 87.000. Roma è aggravata da vai problemi e da anni lentamente sta scivolando verso un declino che la allontana dallo standard delle altre capitali europee. I suoi tesori di arte, storia e bellezza intrinseca mascherano un degrado morale, ambientale e edilizio che, per chi ci vive, è lapalissianamente sotto gli occhi. La prossima amministrazione capitolina, in un approccio pessimistico, sarà come quella uscente. Tanti slogan (famoso quello della Sindaca uscente "IL vento sta cambiando") tanti buoni propositi, tanti "faremo, faremo" ma nessuno dei candidati maggiori nei sondaggi va oltre quel 20% che rappresenta una palude vera e propria. Per i candidati minori, ne vari Municipi, la situazione è più o meno la stessa. Sono oltre 39 i candidati alla carica di sindaco e nei municipi. AL primo turno nessuno, si prevede, avrà la maggioranza assoluto del 51% dei voti validi ed espressi. Si andrà al ballottaggio e quindi i due candidati "finalisti" saranno costretti a accettare una serie di compromessi che indeboliranno la loro azione politica futura, Pertanto il nuovo sindaco sarà debole, esposto al condizionamento di questo e quello, e quindi si avrà un'altra amministrazione impotente, velleitaria incapace di attuare riforme radicali incisive. Una prospettiva non certo rosea.
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