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domenica 30 aprile 2023

L'Italia in ambito internazionale

 

Sergio  Benedetto  Sabetta

 

               Già in un editoriale a titolo “L’Italia di Draghi ed il contesto internazionale”, pubblicato nei Quaderni del Nastro Azzurro n.4/2021, si parlava delle problematiche dell’Italia, delle sue fragilità, in una crisi pandemica tanto socio-economica che geo-strategica e dell’avvento di Mario Draghi quale garante superpartes sia nell’ambito interno che esterna, tanto internazionale che nell’U.E.

               Nel conflitto che emergeva a livello internazionale, l’Italia si trovava, come del resto l’Europa, sbilanciata verso la costruenda “via della seta” e la dipendenza dalle fonti energetiche russe, nonché cerealicole ucraine.

               La sua posizione quale ponte al centro del Mediterraneo la espone alle pressioni migratorie strumentalizzate sia dai vari fronti politico strategici che economici e criminali, a cui si aggiunge la possibilità di utilizzare il territorio italiano come stanza di compensazione nelle ondate migratorie e base di lancio per la sponda Sud-Est del Mediterraneo.

               Le sue fratture storiche interne e l’individualismo per gruppi che la caratterizza, la rendono idonea alle manovre esterne essendo venuta meno l’occasione di un adeguato rinnovamento istituzionale e culturale negli anni ’90 del Novecento, a seguito della crisi di tangentopoli, preferendo aderire ad una visione edulcorata dell’Europa di Maastricht, propria del massimalismo europeista, e senza volere accorgersi dei nuovi conflitti che si aprivano sia a livello globale che tra gli stessi alleati del fronte occidentale. (L. Incisa di Camerana, La vittoria dell’Italia nella terza guerra mondiale, Laterza 1996).

               Uno strano ripetersi, secondo modalità diverse, delle problematiche apertesi negli anni successivi alla Grande Guerra nella ricerca  di una nuova leadership, una visione universalistica e pacifista che ha impedito il formarsi di una chiara visione geo-strategica ed economica, lasciandoci alla mercé di influssi e pressioni estere, come chiaramente evidenziato nel post-pandemia.

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               Nell’attuale crisi geo-strategica, Draghi non risultava più sufficiente per imporre una presenza dell’Italia in ambito internazionale, essendo il suo mandato specificamente economico e dovendo superare il tradizionale pacifismo della Nazione, nonché il timore di rappresaglie russe.

               Anche la mancanza di solidi apparati statali che fungessero da filtro tra i litigiosi schieramenti politici nazionali hanno pesato, nel rischio di trasformare il territorio nazionale in una nuova arena dei potentati esteri in lotta tra loro.

               Il tramonto della Pax Americana e le problematiche, anche finanziarie, create nello scontro in atto si possono vedere sia nei fallimenti delle banche americane che negli scontri per le vie di Parigi, con il rischio di destabilizzare i già precari equilibri dell’UE, ma anche nel progressivo disarticolarsi del Medio Oriente.

               Ad una perdita di centralità del Mediterraneo, con lo spostamento della linea di conflitto ad Est, si affianca l’insufficienza dei nostri mezzi militari dopo anni di una politica di equilibrio tra tutti i potentati, in una ristrettezza economica nelle possibilità finanziarie, dove a fronte dell’ingente somma da investire nel riarmo  della Germania, l’Italia non riesce a mettere sul piatto somme considerevoli.

               Anche nell’ipotesi coordinamento a gruppi, la debolezza istituzionale dell’Italia unita alla sua mancanza culturale unitaria in termini di obiettivi, mezzi e interessi, ossia strategica la pone in posizione di svantaggio.

               D’altronde le politiche economiche pro-cicliche previste dal Trattato sul Fiscal Compact del marzo 2012 e adottato dall’Italia con Legge Costituzionale n. 1/2012 prevedono politiche di austerità, momentaneamente sospese nel 2020 per la crisi epidemica, ma già contestata a partire dal 2021 (Regolamento UE 2021/241).

               (AA.VV., La fine della pace, Limes, 3/2022).

               La politicizzazione dell’apparato pubblico effettuata a partire con le riforme della fine del ‘900 a seguito delle crisi degli anni Novanta, ha comportato una mancanza di costanza e unitarietà nell’agire del pubblico, tutto teso a evitare di assumere responsabilità e al contempo di soddisfare le attese immediate dei politici, ossia fino alla prossima elezione.

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               Con la fine della guerra fredda si è avuta un’ulteriore disgregazione dell’identità unitaria con tentativi di recuperi identitari verso aspetti preunitari, ai quali si sono sovrapposti partiti personali o digitali, in cui riunire gli interessi personali o di gruppo nella ricerca di nuove identità futuribili, ricerca di incerte collocazioni geopolitiche, in quella che Caracciolo definisce “terra incognita” (L. Caracciolo, Terra incognita. Le radici geopolitiche della crisi italiana, Laterza 2001).

               Si finisce per delegare agli altri, nonostante l’apparenza di un nostro decisionismo, sia la nostra collocazione che le nostre funzioni, alcuni successi imprenditoriali non possono supplire al vuoto ideale e politico che si è creato, tutto teso al personalismo identitario, dove veniamo continuamente scossi dalle ricorrenti crisi che la globalizzazione comporta, fino a cadere nel vecchio motto cinquecentesco: “Francia o Spagna basta che se magna”.

               La fine della guerra fredda nella globalizzazione del neoliberismo o neoistituzionalismo parve riportare al centro del dibattito i principi dell’idealismo kantiano, quale “fine della storia”, in contrapposizione al realismo internazionalistico di Tucidide, Machiavelli ed Hobbes.

               Nessuno Stato agisce da solo ma cerca di ottenere una supremazia attraverso alleanze, sia per espandersi che per assicurarsi una propria stabilità interna, questo sia in termini militari che economici, tuttavia vi è una differenza fra la politica estera e interna, mentre la prima può agire ad impulsi, con periodi di stasi, nella seconda vi deve essere una continuità d’azione.

               Michael Brecher definisce lo stato di crisi sotto tre condizioni:

a)      Minaccia ai valori fondamentali della Comunità,

b)      Alta probabilità di trovarsi coinvolti in ostilità;

c)      Tempo limitato per reagire alla minaccia.

Si deve tuttavia aggiungere la narrazione che colui che osserva si fa dei fatti, come se fosse oggettiva, senza valutare la possibile soggettività della loro interpretazione. ( L. Bonanate, Prima lezione di relazioni internazionali, Laterza 2010).

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lunedì 10 aprile 2023

Tecnologia della Difesa. UNMANNED AERIAL VEHICLES: CHE COSA SONO, TECNOLOGIE E AMBITI DI UTILIZZO III Parte

 

2.2.1 AMBITO DI UTILIZZO MILITARE E SICUREZZA

 Guiseppe Cozzi

In ambito militare e sicurezza, gli UAV sono stati applicati per diverse punti. Riportiamo di seguito i campi di applicazione più noti:

-          Dangerous rules: per sorvegliare aree fortemente protette, la perdita di un UAV è minore rispetto alla perdita di un velivolo con persone a bordo. In queste missioni si utilizzano UAV Stealth, difficilmente rilevabili dai radar e diventano difficili bersagli per i missili e fuoco antiaereo;

-          Dirty rules: sono applicazioni sia di natura militare che di natura civile, come il monitoraggio dell’ambiente a seguito di contaminazione nucleare o chimiche, evitando di mettere a rischio vite umane. Gli UAV possono anche innaffiare in maniera circolare con sostanze chimiche, normalmente tossiche e letali per l’uomo;

-          Dull rules: l’osservazione e la sorveglianza per lunghe ore da parte di soggetti addestrati può portare stanchezza e perdita di concentrazione, con conseguenze serie sul risultato della missione. Un UAV dotato di video HD a colori, trasmissione dati, termocamere e scansioni radar svolgono efficacemente tali lavori, ad un costo minore e senza i suddetti limiti umani;

-          Forze dell’ordine: molti dipartimenti di polizia utilizzano droni per garantire l’ordine pubblico e la sorveglianza di tutte la superficie, come ad esempio accade in India; negli Stati Uniti e la polizia usa i proni per la sicurezza. Vari UAV sono stati utilizzati da US Customs and Border Protection dal 2005 con l’intenzione di usare droni armati. L’FBI nell’anno 2013, ha dichiarato di possedere e utilizzare gli UAV per fini di sorveglianza, mentre nell’anno 2014 cinque di polizia inglesi riferiscono di aver ottenuto e o gestito UAV per l’osservazione. In Italia, nell’anno 2013, la società di difesa italiana Selex ES ha fornito un drone di sorveglianza non armata per essere distribuito nella Repubblica Democratica del Congo, per monitorare i movimenti dei gruppi armati nella regione e per proteggere la popolazione civile in modo più efficace;

-          Lotta al terrorismo: da quando gli Stati Uniti sono entrati in guerra per la lotta al terrorismo, si resero conto della difficoltà contro una guerra irregolare e asimmetrica. Furono considerati il modo più efficace di combattere minacce asimmetriche in guerra irregolare è quello di condurre operazioni rapide e distruttive al fine di paralizzare il nemico;

-          Obiettivi per l’addestramento militare: dal 1997, l’esercito americano ha utilizzato più di 80 F-4 Phantom convertiti in aerei robotici da utilizzare come obiettivi aerei;

-          Protezione contro altri UAV: gli Stati Uniti hanno sviluppato sistemi di difesa contro attacchi drone di basso livello. Alcune aziende tedesche stanno sviluppando laser da 40 kW contro UAV, mentre alcune aziende britanniche hanno sviluppato congiuntamente un sistema per monitorare e interrompere il meccanismo di controllo per i piccoli UAVs;

-          Protezione di convogli;

-          Ruoli di copertura;

-          Ruoli di ricerca: alcuni UAV vengono utilizzati nella ricerca e nello sviluppo dell’ambito aeronautico, a scopo di test. In questi casi, vengono progettati UAV in scala, sia in ambito militare che civile, per effettuare delle prove realistiche, economiche e meno pericolose; l’esito dei test saranno effettuare modifiche sui modelli reali;

-          Sicurezza territoriale, frontiere e lotta ai narcotrafficanti: nel 2011 gli Stati Uniti hanno iniziato una collaborazione con il Messico per arginare il fenomeno dell’immigrazione clandestina e del traffico di sostanze stupefacenti attraverso il confine. L’esercito statunitense ha iniziato a impiegare i propri UAV a seguito dell’uccisione dell’agente dell’immigrazione Jaime Zapada, freddato da alcuni uomini armati nel Nord del Messico il 15 febbraio 2011. Gli APR/UAV vengono impiegati per segnalare i movimenti e la forza numeri dei narcotrafficanti, informazioni subuto comunicate agli agenti sul territorio. Volano circa 18.000 metri di altezza, praticamente invisibili da terra, e in un solo giorno possono controllare minuziosamente un’area di circa 100.000 km2.

Gli UAV miliari sono tecnologie di punta che vengono utilizzati per compiti come ricerca aerea, l’intelligence elettronica, le ispezioni del territorio e gli attacchi missililistici. Questi possono essere equipaggiati con antenne ad alta sensibilità in grado di rilevare eventuali segnali relativi a minacce, inoltre possono trasmettere immagini in tempo reale sugli obiettivi che vengono individuati, fornendo un feedback immediato alle unità operative sul terreno. Oggi le più recenti versioni di droni militari vengono utilizzati dalle forze militari in tutto il mondo e  sono impiegati in una varietà di missioni e compiti. Consentono agli eserciti più piccoli di effettuare operazioni su larga scala a costi inferiori e con meno rischi. Dai voli di ricognizione a lungo raggio utilizzati per mappare il terreno su cui si svolgerà un attacco, agli attacchi di precisione che possono essere eseguiti senza mettere a rischio le vite umane. Utilizzati già in altre guerre per diversi scopi, dalle attività di intelligence, come la sorveglianza o lo spionaggio, per la trasmissione dei dati da luoghi remoti, o per le attività di distruzione, i droni militari vengono comandati da remoto da personale specializzato e scelto con alte skills tecniche, in grado di guidare le nuove macchine della morte.