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giovedì 27 novembre 2025

Massimo Iacopi Custodia Novembre 2025

 Dato in ASSISI, il 10 novembre 2025

Cari Amici,

Non mi sembra di cogliere al momento attuale e rispetto agli eventi occorsi nell’ultimo mese, elementi significativi per un duraturo cambiamento nelle situazioni generali del teatro mediorientale ed Ukraino. Le perplessità, espresse a riguardo nell’ultimo notiziario, sembrano confermare le criticità su alcuni dei punti dell’Accordo di SHARM el SHEIK: nello specifico, Mantenimento del Cessate il Fuoco e disarmo di HAMAS. Come avevo già evocato HAMAS sin dal giorno seguente del predetto accordo, aveva iniziato nuovamente ad infiltrarsi nella striscia di GAZA, per riassumerne il controllo ai fini di un suo riarmo e soprattutto sui viveri destinati alla popolazione (per poter continuare lo spaventoso ricatto nei loro riguardi: acquiescenza della popolazione ai terroristi, in cambio di viveri). Per ottenere tutto questo, il movimento terrorista ha bisogno di guadagnare tempo ed anche la stessa restituzione delle salme degli ostaggi ad ISRAELE, è diventata uno strumento funzionale, a tal fine. Lo stillicidio delle consegne col contagocce delle salme, la ripetuta consegna di salme non israeliane, costituiscono un atroce espediente per guadagnare tempo e, quello che sorprende in Europa, nessuno si indigna per un comportamento così decisamente “malavitoso” da parte dei terroristi. Ma il vero problema sul tappeto rimangono le operazioni di disarmo del movimento terroristico, per il quale non si vedono, almeno per ora, spiragli di soluzione ed il dispiegamento della forza di interposizione (sulla quale ci sono veti incrociati sulle Nazioni che dovranno partecipare e che molte di esse non hanno intenzioni di partecipare nel timore di dover riportare in Patria, molte … bare), che TRUMP vorrebbe per il prossimo gennaio, posto che HAMAS abbia provveduto al suo disarmo. Se la tregua, a detta dei media sinistrorsi, “tiene” (di fatto fino ad oggi ci sono stati oltre 500 morti !!!!), le prospettive non appaiono di certo allettanti.

Nel frattempo TRUMP, forse attirato da un possibile premio Nobel per la PACE, sembra molto interessato a risolvere problemi secondari (pace fra THAILANDIA – CAMBOGIA ecc.), ma non ottiene grandi risultati sui punti più importanti. L’incontro con XI JINPING ha partorito un topolino (accordo con la CINA di un anno rinegoziabile, su dazi, commercio e terre rare, ma nulla di significativo su tutto il resto, in un quadro molto complesso in cui si è aggiunto il traffico internazionale della droga (MADURO ed il VENEZUELA). Nonostante tutti gli sforzi profusi, il presidente americano, che ha dichiarata “ingloriosa” l’attuale guerra condotta dalla RUSSIA contro l’UKRAINA, non ha ottenuto alcun risultato significativo specie con un personaggio navigato come PUTIN, che persegue, tenace e testardo nei suoi obiettivi, nonostante le notevoli perdite che subisce il suo popolo e la volontà di ridurre alla fame il popolo ukraino. E questo, purtroppo, riporta a galla il ruolo dell’EUROPA, che invece di precedere gli eventi con attività politiche efficaci, continua nella sua politica di fronteggiare economicamente, quasi da sola, l’orso russo, continuando ad irrorare sanzioni i cui effetti sembrano discutibili. In Occidente si lamentano del costo, sempre crescente, legato al sostegno a KIEV, ma nessuno ha avuto ancora il coraggio di confiscare gli immensi beni e patrimoni sequestrati a MOSCA. Nel frattempo, si aprono crepe fra i membri dei 27 (UNGHERIA e SLOVACCHIA) sulla politica delle sanzioni da infliggere a MOSCA, mentre diversi membri, da anni, non applicano le sanzioni definite (forse molti non ricordano che BUDAPEST e KIEV hanno una disputa territoriale di confine per la TRANSCARPAZIA ed il problema della MOLDAVIA, agita ancora oggi le menti di KIEV e BUCAREST). PUTIN, inoltre, rassicurato dalle ondivaghe proposte e minacce di TRUMP, si è persino divertito a lanciare direttamente velate minacce contro gli USA, mettendo in bella mostra gli ultimi gioielli del suo arsenale militare: un missile intercontinentale nucleare ed un missile navale e sottomarino nucleare di grande potenza (la cui esplosione può produrre, al passaggio, anche disastrosi tsunami). Il fatto è che la RUSSIA, oltre a ricominciare la solita campagna invernale contro le infrastrutture energetiche di KIEV, si è intestardita con l’abitato di PROKOWSK nel DONBASS, un obiettivo possibile per le capacità di PUTIN, ma il cui raggiungimento si scontra con una cronica carenza di effettivi sul campo. La caduta della città del Donbass, che MOSCA ha già dichiarata accerchiata da una settimana, sembra in condizioni di resistere nonostante il prolungato sforzo russo. Ma è evidente che, al di là delle ingenti perdite subite per la RUSSIA si tratterebbe di completare la quasi riconquista del DONBASS, mentre per KIEV, si tratterebbe di una ulteriore usura e di affrontare una nuova delicate fase tattica della guerra.

A livello diplomatico USA - MOSCA ci sono elementi che indicano che qualcosa si sta muovendo per arrivare, forse, ad una tregua, ma, in questo campo, dopo i numerosi deludenti precedenti, è meglio andare con i “piedi di piombo”. Una cosa è certa: PUTIN appare sordo e XI JINPING fa finta di non capire.

Anche per questo mese di novembre 2025 il nostro caro confratello poeta Nicola ZITELLI, non ci ha fatto mancare il suo solito prezioso apporto di poesie e sonetti, che, more solito, per quelli in romanesco, verranno accompagnati da una mia traduzione, per facilitare la comprensione per i nostri confratelli, settentrionali e meridionali, meno assidui con il romanesco !!!! Ma anche il notiziario di questo mese continua con l’iniziativa inaugurata lo scorso mese: la presentazione di alcune poesie del nostro Nicola, scritte a suo tempo in italiano e che, come avrete modo di constatare, non perdono assolutamente nulla, anzi, nel confronto della sua ampia produzione in romanesco. (Mi si perdoni questa annotazione, ma mi  sembra opportuno e giusto ricordare comunque a tutti, che il nostro poeta, con le sue poesie in lingua italiana, ha già vinto, anzi stravinto, numerosi premi a livello nazionale).

VERTUNNOCon questa poesia in cinque quartine (rima ABBA), il nostro confratello, continuando nella serie concernente la storia degli usi e costumi romani, vuole ricordarci, questa volta, l’antico dio etrusco delle stagioni, che i Quiriti prendono dal pantheon dei Lucumoni, non fosse altro, dice il nostro, per motivi … d’interesse.

/ Era il vecchio dio delle stagioni, / protettore dell’antica Bolsena, / ma a Roma è a malapena ricordato, / perché era etrusco: un dio per i locumoni. /

/ Successivamente, sottomessa la città di Bolsena / (duecentosessant’anni dopo Cristo)  / Vertunno viene sdoganato a Roma, all’improvviso: / forse per intuito o per la previsione di un indovino. /

/ Tenuto conto che il dio era l’amante di Pomona / protettrice degli alberi da frutta, / Vertunno, sebbene etrusco, rappresentava, soprattutto, /l’abbondanza ed  il massimo dei portafortuna (bulla) per l’annona di Roma. /

/ Un dio di più o di meno, poco importa, / quando si tratta di riempire la “sportola”: / meglio curarle da vicino queste divinità  … / Non si può mai sapere. E’ meglio non rischiare … /

/ Così Vertunno viene “accasato” in un tempio dell’Aventino, / un tempio, dico, mica un altarino: / una vera e propria sviolinata … roba da non credere … / anche in questo caso Roma fa vedere cose mai viste prima altrove. /  

- “SATURNALIA”. Con questa ulteriore poesia in sei quartine (rima ABAB), il nostro confratello, effettua un ulteriore raid nella storia romana, raccontandoci la nascita e l’evoluzione di una festa, che ha preceduto nel tempo il nostro Carnevale.

/ Quando Saturno, scacciato da Giove, / vagabondava sulla terra, / senza una meta e senza un posto dove / sistemarsi, tra gente straniera, /

/ Il popolo romano lo adottò  / e gli rese onore con il massimo decoro, / e per questo motivo, il dio, l’ha ringraziato, / regalandogli … l’età dell’oro. /

/ Nata, in primo luogo, come festa agreste, / si è poi trasformata, nell’epoca romana, / nei Saturnalia, che erano le feste / di dicembre (dal 17 al 23) e duravano una settimana. /

/ Ogni schiavo faceva da padrone / e ogni padrone diventava schiavo: / per un regime senza compassione (autoritario e militaresco)  / ancora oggi … chi ci capisce è bravo ! /

/ Conservando un carattere di sacralità / che riusciva a far convivere con il profano, / assomigliava tutto ad un carnevale / più che ad un rito campestre, ormai lontano. /

 - “SOGGEZIONE” Con questo sonetto classico (rima ABAB, ABAB, CDC, CDC), il nostro Nicola, non può fare a meno di effettuare una incursione mondo di oggi, lamentando la volontà di potere e di dominio di molte conventicole, che, dotate di mezzi di informazione e di persuasione, cercano di conseguire, soggiogando psicologicamente, mettendo in soggezione la gente meno … avveduta.

/ Pace, democrazia, fraternità, / farcite di filantropia; / e condite con pane ed umanità / emanano un odore di “tappo” (vino rovinato) e d’ipocrisia. /

/ Spaventapasseri dei tiranni, / vengono servite da gadget ed orpelli, / per i “gargarozzoni”: una schiatta del genere umano di trafficoni e ciarlatani di partito / quasi impossibile da soddisfare.

/ Sono strumenti subdoli di ogni personaggio smargiasso, / sono “balle” e “parole al vento”: dove stà, in effetti, il loro vero valore ? / Teniamo sempre in mente questa espressione: /

/ “Sotto ogni bella ruota di pavone, / non c’è altro che un culo di pollo”. / Ergo: non è roba che mette soggezione. /

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